Certo la fortuna non guasta mai, ma per avere successo nella comunicazione serve anche un po’ di testa.

Detto ciò in questi giorni si è parlato di una foto usata per la campagna elettorale amministrativa di Bologna. Si tratta di questa:

mario_tuttini_comunicazione

Ora se l’hai già vista avrai già fatto le tue considerazioni politiche, culturali e sociologiche. Altrimenti lo hai fatto ora, è un tipo di comunicazione che non richiede un enorme elaborazione per giungere ad un proprio punto di vista. Sebbene sono certo non sia uguale per tutti. Ad esempio alcuni, mi sento di dire la maggiorana, la troveranno di cattivo gusto, sessista, ecc…

Personalmente mi ha riportato indietro di 25 anni quando camminando per il politecnico di Milano vidi un affissione che recitava a caratteri cubitali SESSO GRATIS e più sotto: “adesso che abbiamo attratto la tua attenzione: vendiamo 486sx a 1.300.000 lire”.

Qui vorrei tralasciare però valutazioni morali e anche politiche solo per provare a rispondere ad una domanda molto precisa: “Questo tipo di comunicazione, funziona?”. Ovvero, a prescindere da tutte le altre considerazioni, è potenzialmente considerabile o addirittura consigliabile per raggiungere il proprio scopo, a patto chiaramente di non farsi scrupoli morali o di buon gusto? Va bene per vendere computer in università? E in politica? E in altri campi?

Credo che la domanda non abbia una risposta immediata e si debba evitare di giungere a risposte affrettate. Questa è una comunicazione pro campagna elettorale, quindi potremmo dire che il risultato delle elezioni sia il responso. In realtà il candidato potrebbe essere eletto malgrado questa foto, o invece non farcela nonostante essa. Dovremmo avere due mondi quasi identici, in uno usa la foto, nell’altra no, e comparare i voti. Siccome ciò è assai poco pratico, diciamo pure impossibile, proviamo a farlo altrimenti.

Inizio da alcune considerazioni immediate. “Bene o male, l’importante è che se ne parli” quindi è un bene. Fallace perché se è vero in senso assoluto che il nome di Turrini è diventato più popolare e conosciuto è tutto da dimostrare che ciò porti più voti, anzi potrebbe diminuirli. Aumentare la propria esposizione mediatica non è necessariamente un fatto positivo, sebbene spesso lo è. “Lo fanno molti pubblicitari, e loro sono dei professionisti…”, non ho dati precisi per dibattere ciò, è vero che il sesso è usato sovente per promuovere prodotti e soluzioni. Sono convinto che ci sia una differenza di contesto nell’usare un tale tipo di richiamo fra una pubblicità di un Wonderbra ed una di una colla adesiva per packaging alimentare. Potrei sempre mantenere un’impressione positiva del prodotto ed una minore del creativo che lo promuove. In ogni caso non è un giudizio interamente positivo ed in politica questa distinzione è molto labile.

In questo caso è evidente che è completamente fuori contesto, e l’attenzione eventualmente colta non è detto che sia necessariamente positiva. La maggior parte di chi arriva al testo ha a quel punto un attitudine fortemente influenzata dall’immagine e quindi valuta il messaggio non più in forma oggettiva, disperdendo o sminuendo un eventuale valore comunicativo ivi presente. In questo caso poi non vedo un grande messaggio, ovvero nessuna motivazione evidente per cui dovrei votare la persona. A ciò si aggiungono diversi errori (nome in minuscolo, manca un l, ed un cambio di genere sul soggetto) che senza l’immagine avrei giudicato meno gravi. O grevi.

Insomma la mia valutazione della comunicazione di Turrini è negativa, non della persona (fra le altre cose ha ammesso l’errore e si è scusato che per un politico nostrano è sì una notizia!). Non voto a Bologna, di sicuro una campagna del genere non attrae il mio voto, lo allontana. Non comprai neanche i 486sx all’epoca, in quel caso però il mio giudizio è più blando. In primis si trattava solo di testo, e qui l’aspetto grafico ha un impatto importante. In secondo luogo il contesto era diverso e anche più scherzoso, un ciclostile appeso su un muro di un’aula di ingegneria.

Il consiglio generale però è di andare con i piedi di piombo. Una comunicazione facile può in realtà facilmente cadere in errore, o meglio scadere, con risultati controproducenti. Nel dubbio meglio usare la testa.