Prosegue la serie dedicata a presentazioni e social media: dopo aver visto cosa fare prima di iniziare a parlare in pubblico vediamo ora come fare tesoro dei social network mentre ci troviamo di fronte alla platea. In ogni caso il primo requisito è essere sicuri che il luogo dove avverrà la presentazione consenta di collegarsi on-line e meglio ancora se siete in grado di offrire un wi-fi al pubblico. Più volte mi è capitato di sentire dal palco incentivi all’uso dei social ed il pubblico commentare sarcasticamente che non vi è alcun segnale e quindi non è possibile.

Canalizzare la conversazione

Se abbiamo creato, pensato, un hashtag prima della presentazione possiamo comunicarlo in apertura, magari mostrandolo sulla slide iniziale, per incentivare l’audience ad utilizzarlo dando quindi maggiore visibilità al nostro intervento. Qualora sia possibile lo stesso hashtag potrebbe essere utilizzato per raccogliere domande, opinioni o altre informazioni dal pubblico durante la presentazione. In alcuni eventi esiste proprio una regia che raccoglie gli interventi del pubblico online ed eventualmente fa una selezione che viene poi proiettata o comunicata all’oratore. Non è assolutamente difficile da fare: si tratta di comunicare le informazioni al pubblico in maniera comprensibile. Ad esempio: «Abbiamo creato un hashtag per la presentazione di oggi: è #smartb14. Al termine avremo una sessione interattiva con domande e risposte, se volete potete inviare in qualunque momento dei tweet e gli spunti più interessanti saranno poi discussi assieme». A quel punto qualcuno in sala, magari un collega con un tablet, può leggere i tweet e scegliere quelli opportuni.

Arricchire il coinvolgimento e la visibilità

Twitter è uno strumento formidabile non solo perché il pubblico formuli domande all’oratore ma anche per dare rilievo a passaggi chiave di una presentazione. Quando il pubblico sente (o vede) qualcosa che ritiene significativo può volerlo condividere con i propri follower, cioè le persone che appartengono alla sua cerchia social. Questo comportamento può essere incentivato anche in maniera palese: «questa è un dato che spesso colpisce durante le mie presentazioni e viene twittato frequentemente» oppure «di solito mi chiedono il tempo di fare la foto a questa slide per poterla condividere sui social». Aiuta avere dei supporti visivi che si prestano a questo gioco specie se ciò è stato pensato già in fase di preparazione. I più evoluti da un punto di vista tecnologico possono anche considerare soluzioni ad hoc come sliderocket che consente di interagire con le singole slide in maniera molto social o meglio ancora slideklowd che permette al pubblico di interagire con i supporti visivi direttamente dal loro dispositivo mobile. Sono strumenti che a prima vista potrebbero apparire un po’ ostici ma in realtà il pubblico inizierà ad utilizzarli sempre di più. Vale la pena quindi almeno considerarli e provarli.

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I benefici sono più di uno, mi limito a citare i principali:

  • Poter ascoltare il pubblico durante una presentazione consente di capire come sta andando e tarare meglio il messaggio o approfondire gli aspetti che più  stanno a cuore al pubblico
  • Il punto precedente, insieme al maggior coinvolgimento della platea. crea un’audience più soddisfatta e più disposta a seguirci ed a recepire le nostre idee
  • La scia di messaggi sui social network aumenta la visibilità del nostro intervento ad un pubblico non fisicamente presente in sala e proietta il nostro messaggio, o almeno parte di esso, ad una platea altrimenti irraggiungibile
  • Analizzando a posteriori le interazioni sui social network, quali contenuti hanno generato interesse e cosa è stato detto possiamo capire meglio il nostro pubblico, i suoi interessi, nonché migliorarci per presentazioni future

Gli ultimi due punti hanno poi un altro risvolto. Ci consentono di mantenere aperto un canale di dialogo con l’audience anche dopo il termine della nostra presentazione fisica e sarà uno dei punti di cui parlerò nel prossimo capitolo.